PALERMO

PALERMO

KALSAMARE

Dal 24 al 30 Marzo 2025 Details è stato in residenza a Palermo ospite del meraviglioso Eco Museo del Mare Memoria Viva (Sito Web) per il progetto “Narra-zone” Traiettorie Urbane (Sito Web).

Mare Memoria Viva è molte cose belle insieme: l’unico ecomuseo urbano del sud che racconta la storia della costa di Palermo e il suo mare attraverso memorie e opere artistiche sul paesaggio costiero della città, un centro culturale, educativo e ambientale, un giardino, uno spazio di aggregazione, conversazione, incontri. Un centro vivace di produzione artistica e aggregazione intergenerazionale.

Il Museo sorge nel quartiere di Sant’Erasmo, presso la foce del fiume Oreto. Un area in passato estremamente rigogliosa naturalisticamente e vivace sia dal punto di vista della pesca con il porticciolo di Sant’Erasmo che dal punto di vista balneare con i numerosi stabilimenti. La combinazione tra fiume e mare ha dato in passato molta energia e “Vita” a quest’area.

Adesso invece tutta l’area è estremamente degradata, il mare non è quasi più visibile per km e km di costa vittima degli abusi edilizi; il fiume è ridotto al minimo tra barriere architettoniche e cumuli di rifiuti. L’Eco Museo del Mare appare così come un’oasi nel deserto e pur essendo estremamente vicino al centro storico di Palermo è percepito dagli abitanti come periferico.

LA SFIDA

La sfida di Details è stata proprio questa: provare a collegare realmente e metaforicamente il centro al Museo creando un percorso “invisibile” di opere che attraverso i muri scrostati rendano omaggio e merito al ruolo centrale della pesca, del pescato e dei pescatori.

Abbiamo cercato di dare tanti piccoli assaggi di quello che i visitatori potranno trovare all’interno del museo e aprire spunti da sviluppare nell’imminente futuro.
All’interno dei disegni troverete quindi una grande varietà di fauna e flora del Mediterraneo e non solo, personaggi locali, storie di pesca e di sirene, antiche leggende popolari e problematiche più contemporanee legate all’inquinamento ed alla sostenibilità dei mari.

Il percorso parte dalla zona della Kalsa in via Butera nei pressi di Palazzo Butera per arrivare dritto dritto fino in via Lincoln, costeggiare Villa Giulia fino al Foro Italico, attraversare il porticciolo di Sant’Erasmo ed ancora dritto in via Ponte di Mare fino al Museo.

E’ stata per noi una bella sfida diversa dal solito e non è stato semplice all’inizio trovare “crepe” interessanti. Ma dopo varie crisi siamo estremamente soddisfatti del lavoro realizzato.

TRE PARTI

Graficamente abbiamo diviso il percorso in 3 parti:

  • La prima, per noi più tradizionale, legata ai muri scrostati.
  • La seconda – che abbiamo adorato – legata al colonnato esterno di Villa Giulia.
  • La terza legata alle macchie di ruggine.

Le ultime due macchie le troverete all’esterno del Museo, nella bellissima Locomotiva. Due macchie che ci ricollegano ai pescatori della Kalsa così come ai pescatori di tutto il Mondo.

Che dire… guardate con attenzione, viaggiate con la memoria e la fantasia e buona passeggiata!!!!!!

PERCORSO IN AUTONOMIA

Consulta le 13 semplici regole da seguire durante l’esplorazione urbana.

Care esploratrici, cari esploratori benvenute e benvenuti al percorso Details #Palermo “Kalsamare” promosso dal Eco Museo del Mare Memoria Viva.

Posizionando il cursore sopra ogni punto potrete consultare le regole per percorrere in modo corretto l’itinerario.

Buona esplorazione!

Se l’esperienza ti è piaciuta seguici sui canali social legati a @details . 

Non smettere di esplorare e alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza e conosceremo quel luogo per la prima volta.
Quattro Quartetti – T. S. Eliot.

PARTENZA

Inizia il percorso dal n° 1 e prosegui fino alla fine.

RISPETTO

Rispetta la comunità che stai esplorando, che si tratti di proprietà pubblica o privata.

INTERPRETA

Prima di inquadrare il Qr Code prova a dare una tua personale interpretazione della macchia.

Se sei con amicihe o familiari, fai questo esercizio in gruppo.

PUNTO DI VISTA

Guarda la macchia da vicino e da lontano.

Cambia il punto di vista!

SCANSIONA IL QR

Scansiona il Qr code con il telefono o il tablet connesso ad internet e guarda il disegno. Fai scorrere con il dito il cursore sull'immagine per visualizzare il disegno.

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GODITI I DETTAGLI

Dopo aver guardato il disegno nel suo insieme potrai pizzicare l'immagine per ingrandirla. Prenditi il tempo di godere di tutti i dettagli. Guarda senza giudicare.

CONFRONTA

Confronta nuovamente il disegno con la macchia spostando il cursore in alto e in basso. Questa operazione può essere fatta anche con l'immagine ingrandita.

PROSEGUI

Quando ti senti appagato procedi verso la macchia successiva. Se non disponi di una mappa cartacea aiutati aprendo il link della mappa presente nel relativo percorso sul sito internet.

STORIE

Fai attenzione alle micro e macro storie che si nascondono intorno a te.

GUARDA IN ALTO

Ogni tanto guarda in alto, se ci sono delle belle nuvole soffermati a guardarle!

L'OSTACOLO

Durante il percorso incontrerai “un ostacolo”…un errore. Sarai capace di affrontarlo e di risolverlo?

REINVENTA

Durante il percorso incontrerai tanti altri muri scrostati, se hai tempo e voglia divertiti a reinventarli.

FOCUS

Durante il percorso cerca di stare focalizzato su questa attività e prova a non parlare di …calcio, macchine, videogame, shopping, cibo (…).

IL PERCORSO

DI SEGUITO LE IMMAGINI VISUALIZZABILI LUNGO IL percorso Details a PALERMO: “KALSAMARE”

Cliccando sull’immagine l’opera verrà aperta a schermo intero è sarà possibile visualizzare l’imperfezione del muro prima e dopo l’intervento artistico.

Clicca sull'immagine per visualizzare a schermo intero il prima e dopo.

Via Butera 25, Palermo
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Meduse - A volte Brucia
Via Butera 25, Palermo

Meduse - A volte Brucia

Entrando all’eco Museo del Mare Memoria Viva l’occhio è subito catturato da un bellissimo disegno di una medusa con accanto la scritta “A volte brucia”. Ci piaceva l’idea di iniziare questo percorso proprio con quest’immagine e questo messaggio che ritroverete alla fine del percorso. Le Meduse a volte possono bruciarti, la vita a volte può bruciarti,…ma ricordati anche tu di essere vivo e alimentare il tuo fuoco!!!!

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Via Butera 36, Palermo
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Caravella Portoghese
Via Butera 36, Palermo

Caravella Portoghese

Il nome comune della Caravella portoghese in inglese è “Portuguese man o’ war” dove la man o’ war è una “warship”, una nave da guerra!
Non è una medusa come più comunemente creduto per il suo aspetto ma è un celenterato marino. È tra le specie marine più pericolose che un bagnante può incontrare nel nostro mare. Un organismo coloniale pleustonico, ovvero formato da un insieme di polipi specializzati che vivono galleggiando sulla superficie dell’acqua grazie a una “sacca” piena di gas, con una forma leggermente appiattita, che funge da vela, detta pneumatoforo. Pur essendo una specie oceanica, negli ultimi anni è entrata diverse volte in Mar Mediterraneo, attraverso lo Stretto di Gibilterra. In Sicilia, coste settentrionali tra Palermo e Trapani, in tempi moderni i media hanno riportato avvistamenti ufficiali per la prima volta nel 2018 ma un recente studio ha dimostrato che la Caravella portoghese è stata presente nel Mar Mediterraneo sin dal 1850. Possiede organelli urticanti utilizzati per predare, capaci di provocare reazioni molto gravi nell’uomo, fino, in casi estremi, alla morte. I suoi tentacoli possono raggiungere una lunghezza di 30 metri e risultare particolarmente pericolosi perché non facilmente visibili da parte dei bagnanti.
Via Butera 54, Palermo
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La Sirena della Kalsa - 1° Parte
Via Butera 54, Palermo

La Sirena della Kalsa - 1° Parte

La sirena di Palermo
da “Il libro degli errori” di Gianni Rodari

Una volta un pescatore di Palermo trovò nella rete, insieme ai pesci, una piccola
sirena. Si spaventò, e stava per lasciar ricadere la rete in mare, ma si accorse che
la sirena piangeva e non ne ebbe più paura.
– Perché piangi? – le domandò.
– Ho perduto la mia mamma.
– E com’è successo?
– Giocavamo a nasconderci tra gli scogli. Mi sono allontanata troppo dalle mie compagne e non le ho più ritrovate. Sono due giorni che nuovo in cerca di loro, in cerca di qualcuno, non conosco la strada per tornare a casa.
– Eh, il mare è grande! – disse il pescatore, sorridendo alla sirena. Era una sirena
bambina, appena più alta di una bambola. I suoi capelli biondi erano fradici. Dalla vita in giù le sue squame di pesce scintillavano al sole.
– Portami con te, – disse la sirena. – Io non so dove andare.
– Ti porterei, – rispose il pescatore. – Ma ho già cinque figli da mantenere, la casa è piccola e io guadagno poco.
– Portami con te, – pregò di nuovo la sirena bambina. – Io non occupo molto posto. Ti prometto che starò buona e non avrò quasi mai appetito.
– Sentiremo quando sarà mezzogiorno.
– Allora mi porti?
– Nasconditi in quella cesta. Non voglio che la gente ti veda.
– Sono brutta?
– Anzi, sei tanto bellina. Ma la gente trova sempre da ridire e da chiacchierare.
Così il pescatore portò a casa la sirena bambina. Sua moglie brontolò un poco, ma non troppo: la sirena era graziosa, i suoi occhi erano buoni e allegri. I bambini del pescatore erano addirittura felici.
– Finalmente ci hai portato una sorella, – dicevano.
– Faremo così, – disse il pescatore, – le prenderemo una carrozzella, perché deve stare sempre seduta. Le metteremo davanti una coperta e diremo che ha le gambe malate. Diremo che è figlia di un parente di Messina, e che è venuta a stare un po’ con noi.
E così fecero.
Il pescatore e la sua famiglia abitavano in un povero vicolo, in un quartiere di vicoli poveri e stretti. Le case erano brutte e la gente stava quasi sempre fuori. Nel vicolo, poi, c’erano tante bancarelle, vi si vendeva di tutto: pesci, formaggi, abiti usati, qualsiasi cosa. Di sera ogni bancarella accendeva un lume ad acetilene, e quella luminaria metteva addosso una festosa allegria.
La piccola sirena, seduta nella carrozzella fuori della porta di casa, non si stancava mai di quello spettacolo. Tutti la conoscevano, ormai. Ogni donna che passava, pensando alla sua malattia, si fermava a farle una carezza e le diceva una parola gentile. I giovanotti scherzavano con lei e fingevano di litigare tra loro per sposarla.
I figli del pescatore non parlavano che di lei, erano molto orgogliosi della sua bellezza e le portavano le piccole meraviglie che riuscivano a trovare, vagando tutto il giorno per i vicoli: una scatola di cartone, un giocattolo di plastica, tante cose così.
La piccola sirena adesso si chiamava Marina.

Piazzetta della Pietà, Palermo
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Plastic Fish - Palermo
Piazzetta della Pietà, Palermo

Plastic Fish

All’interno dell’Eco Museo del Mare una grande importanza è data alla causa ecologica ed ambientale. Uno dei grandissimi problemi legati all’inquinamento dei mari sono proprio le microplastiche: inquinanti non biodegradabili di pochi millimetri, che si accumulano negli ecosistemi marini causando danni gravissimi all’ambiente. Provengono solitamente da beni di consumo come borse, imballaggi, vestiti, bottiglie e cosmetici, ma anche dagli imballaggi come le buste di plastica e dai rifiuti delle attività ittiche come il nylon delle reti da pesca. L’occhio umano spesso non è in grado di vedere questi residui plastici. il Mar Mediterraneo non è immune da questa problematica. Secondo gli specialisti, nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche (1,9 milioni di frammenti per metro quadrato), causata soprattutto dalle attività costiere e da una gestione inefficiente dei rifiuti. Allo stesso modo, hanno un impatto considerevole anche le attività in mare come pesca intensiva, acquacoltura e navigazione, che provocano la dispersione in acqua di nasse, reti e cassette per il trasporto del pesce. Secondo alcune ricerche, finiscono nel Mediterraneo 229 mila tonnellate di plastica ogni anno. le microplastiche causano danni ingenti ai pesci: sono oltre duemila le specie marine a contatto con la plastica, particelle che vengono ingerite anche da circa il 90% degli uccelli marini e dal 52% delle tartarughe marine. Tra le conseguenze dirette ci sono l’intrappolamento dei pesci negli oggetti di plastica più grandi, come i resti delle reti da pesca, il soffocamento per l’ingerimento di piccoli frammenti di plastica scambiati per pesci, oppure l’ingestione delle microplastiche.
Quest’ultima è una condizione che può causare tossicità all’apparato digerente e riproduttivo degli animali, inoltre tramite la catena alimentare le sostanze tossiche ingerite dai pesci danneggiano anche l’essere umano quando finiscono nelle nostre tavole alimenti contaminati. Circa il 15-20% delle specie marine che consumiamo sono inquinate dalle microplastiche, sostanze che interferiscono con il nostro sistema endocrino e possono causare seri rischi per la salute.
Via Savona 1, Palermo
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Airone - Palermo
Via Savona 1, Palermo

Airone

Uccello acquatico tipico di tante coste del Mediterraneo e non solo.
Via Torremuzza 31, Accanto Convento di S. Teresa, Palermo
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La leggenda del polpo dal cuore nero
Via Torremuzza 31, Accanto Convento di S. Teresa, Palermo

La leggenda del polpo dal cuore nero

Un antica leggenda trovata in un libro di Giuseppe Pitrè.
“Molti sanno che i polpi emettono un inchiostro nero per difendersi dai predatori.
Non tutti sanno che i polpi hanno otto braccia.
Pochissimi sanno che i polpi possiedono tre cuori, due in corrispondenza delle branchie
per pompare sangue ossigenato al terzo, che a sua volta lo distribuisce all’organismo.
Ma quasi nessuno è a conoscenza della leggenda del polpo dal cuore nero!!!
Mustafa viveva in un grande regno sulle coste del Nord Africa; era un pescatore da ben 7 generazioni, da sempre la sua famiglia forniva il palazzo reale di pesce, molluschi e crostacei.
Mustafa passava le notti in mare, conosceva i venti, le stelle, le maree, i fondali profondi; rispettava i pesci, rideva con i delfini, rimaneva ammaliato dal volo delle mante, dai canti delle balene, dalla leggerezza delle meduse e dal movimento dei polpi che per lui era come se fosse una danza.
Ogni mattina al sorgere del sole, rientrava sulla terra ferma per portare immediatamente al Re il pescato freschissimo, e guai se si attardava.
Il Re ingordo non poteva proprio accettare di fare colazione senza il Granchio Reale, il
miele e le acciughe freschissime. Per non parlare dei calamari fritti a pranzo, il pesce spada alla griglia, le polpette di neonata a merenda, le aragoste a cena.
Tranne i polpi! Quelli Mustafa non glieli portava mai.
Una volta finito il suo compito Mustafa tornava a casa, dava un bacio al piccolo Ramal,
un altro bacio alla moglie Janine e si riposava per poche ore su una brandina di fortuna.
Nel regno c’era la guerra; il Re era un tiranno che opprimeva e umiliava la popolazione, compieva razzie e torture.
Mustafa era stanco di servirlo e nutrirlo. Non riusciva a concepire il pensiero di portare del pesce così bello, nobile e armonioso ad una persona così cattiva e ripugnante. Aveva il terrore che un giorno anche il suo piccolo figlio sarebbe stato schiavo del Re.
Insieme a Janine, sottovoce, escogitavano un piano per scappare, attraversare il mare in cerca di una terra migliore, e nel frattempo aspettavano venti favorevoli alla navigazione.
Arrivò il momento. Presero i pochi bagagli che avevano preparato, Mustafa nascose moglie e figlio in una grande cesta coperta da reti da pesca e si imbarcarono. Era sicuro che al mattino seguente non vedendolo arrivare il Re avrebbe mandato soldati e barche a cercarlo.
Il mare era calmo, la notte stellata, il vento li spingeva; Ramal cullato dalle onde dormiva
in una cassetta di legno, Mustafa fissava serio l’orizzonte ma Janine agitata continuava a guardare in direzione della terra ferma.
Come previsto, appena sveglio il Re non vedendo arrivare a letto il suo solito vassoio di pesce andò su tutte le furie e immediatamente decise di inviare ben 5 navi piene di soldati alla ricerca di quello scansafatiche puzzolente. “Spero che la sua barca sia affondata, altrimenti lo faccio giustiziare in piazza e butto il suo corpo agli squali!!” continuava a sbraitare dando un colpo al letto ed uno al servitore.
Mustafa passava le notti in mare, conosceva i venti, le stelle, le maree, i fondali profondi, aveva un buon vantaggio ma non si era mai avventurato così lontano dalle sue coste, e di certo le navi del Re viaggiavano più veloci di loro.
Non si vedeva terra in lontananza, ma al contrario alle loro spalle dopo alcuni giorni iniziarono a vedersi le punte delle navi nemiche.
Il mare iniziò a ingrossarsi e il cielo a farsi scuro, onde nere alte si infrangevano sui loro corpi. Mustafa cercava di governare la barca, stretta tra il mare in tempesta e le navi del Re che ormai li speronavano. Ramal era spaventato e Janine lo stringeva forte a se.
Un onda travolse e ribaltò l’imbarcazione.
Stettero sott’acqua a lungo in balia delle onde, tanto che le navi del Re considerarono compiuta la loro missione; Janine e Ramal persero i sensi ma Mustafa lottava con il mare per cercare di tenerli a galla.
E poi smise di lottare; si lasciò trasportare dalle onde, gli vennero in mente i salti felici dei delfini, il volo marino delle mante, la leggerezza delle meduse e il movimento dei polpi che per lui era come se fosse una danza.
Mustafa sembrava lui stesso un polpo con quattro braccia e quattro gambe per come si muoveva armonioso e veloce pur di tenere fuori dall’acqua Janine e Ramal che nel frattempo si erano ripresi e nuotavano anche loro con quattro braccia e quattro gambe.
Nuotavano, nuotavano e nuotavano, stetti uno all’altra, in questa danza sfrenata contro la morte. Così per tutta la notte, senza sosta.
Stremati, continuando a nuotare sprofondavano sempre più verso il fondo del mare. Ramal si era addormentato stretto tra le loro braccia; Mustafa e Janine nuotavano e si guardavano mentre lacrime iniziarono ad uscire dai loro occhi. Lacrime nere che uscivano e
uscivano e più uscivano più coloravano di nero il mare tutto intorno a loro, finché non si vide più niente.
Quella stessa mattina vicino le coste della Sicilia, nel Mediterraneo, dei pescatori videro un grande polpo danzare nel mare; una danza fiera, libera e felice, una danza sfrenata come se in lui non ci fosse uno solo, ma bensì tre cuori.
Pochi pescatori conoscono questa storia, e chi la conosce ci pensa tre volte prima di catturare e uccidere un polpo perché è un animale estremamente intelligente e resistente. In lui ci sono tre cuori, come se ci fossero tre vite!!
Io la sto raccontando in Sicilia ma in diversi luoghi del Mediterraneo puoi sentirla con delle varianti diverse.”
Via Torremuzza 31, Accanto Convento di S. Teresa, Palermo
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I pescatori di pesci e di stelle
Via Torremuzza 31, Accanto Convento di S. Teresa, Palermo

I pescatori di pesci e di stelle

In una mattina piovosa abbiamo incontrato alcuni pescatori della Kalsa. Con le loro parole, i loro gesti e i loro silenzi Giuseppe e Salvatore ci hanno raccontato storie del passato e sullo stato attuale dei mari. Tra le frasi che ci sono rimaste più impresse “In mare non ci sono taverne” ma sopratutto “Il mare è stanco” e “il mare chiede l’elemosina” con il gesto eloquente della mano di Salvatore. In questo disegno abbiamo voluto render loro omaggio.

(Video YouTube)

Via Torremuzza / via Cervello
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Lampare
Via Torremuzza / via Cervello

Lampare

La pesca con la lampara si svolge nelle ore serali o di notte e sono coinvolte almeno due imbarcazioni: una barca più grande, la lampara, che accende la potente luce per attirare i pesci ed una più piccola, un gozzo che verrà chiamato ad intervenire non appena il pescatore sulla lampara dà il via. E’ un antica tecnica di pesca, sopratutto per il pesce azzurro. Attualmente con con l’avvento della pesca moderna quella delle lampare è una tradizione che si sta sempre più perdendo. Ma c’è chi ancora non cede alla tecnologia che avanza. C’è chi si fa illustre portavoce di una tecnica di pesca quasi in disuso, che, però, è affascinante tanto quanto lo è la barca col pennacchio luminosissimo.
Via Cervello 11, Palermo
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Il sogno del pesce prete
Via Cervello 11, Palermo

Il sogno del pesce prete

Il pesce prete o lucerna (Uranoscopus scaber) è un pesce di mare appartenente alla famiglia Uranoscopidae di cui è l’unico membro mediterraneo. E’ un predatore d’agguato che si mimetizza nei fondali marini sabbiosi…e proprio per questo sogna “segretamente” di librarsi sopra i mari come fanno i piccoli pesci volanti. Per aggredire la preda, i pesci si insinuano nella sabbia, esponendo solo la bocca e gli occhi sporgenti. Questo ha il vantaggio aggiuntivo di nascondere gli astrofili ai loro nemici che nuotano in superficie. Corpo massiccio, pressoché circolare anteriormente e molto sottile in prossimità del peduncolo caudale. Di conseguenza la testa, molto grande e piatta, è addirittura sproporzionata rispetto al corpo, conferendo al pesce un aspetto quasi mostruoso. E’ un pesce molto vorace, dotato di aculei con cui può pungere per difendersi e iniettare un veleno e provocare scosse elettriche. Similmente ad altri predatori da agguato, i pesci prete non sono particolarmente esigenti in fatto di alimentazione, sebbene tendano a preferire organismi dal corpo molle, come pesci, polpi e seppie. Tuttavia, a differenza dei pesci rana e dei vermi bobbit, gli astrofili non sono in grado di mangiare prede di dimensioni pari o superiori alle loro, optando invece per pasti più piccoli e mangiando più frequentemente.
Via Cervello 12, Palermo
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La speranza del Fiume Oreto
Via Cervello 12, Palermo

La speranza del Fiume Oreto

“Il canto del fiume” di Tone Pavček

Voglio pensare come pensa il fiume.
Correre dalla fonte alla foce
come lui che entro le sue rive
non è mai lo stesso e sempre vivo
scorre nell’eternità
e incessantemente esiste.

Scalza tutto ciò che sfiora
e si porta dietro, lava e sciacqua
gli errori del tempo, i guai degli avi,
la fiducia dei nipoti, l’incredulità,
l’entusiasmo e i meriti, moderando
tutto in giusta misura.

Corri allora. Semplicemente come il fiume.
Dalla sorgente fino all’estuario.
E non dimenticare come sono belli
i grembi dei salici, dove il vento
nasconde i suoi canti,
e gli irraggiungibili orizzonti.

Via Cevello 45, Palermo
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Il Re Tonno
Via Cevello 45, Palermo

Il Re Tonno

Il Re Tonno prende ispirazione da una bancarella ambulante in piazza Kalsa, nella quale vediamo un immagine del tonno incoronato. La pesca del tonno nelle tonnare siciliane appartiene a un mondo ormai estinto, a favore di nuove tecniche di pesca maggiormente tecnologiche e più invasive. Vogliamo riportare una bellissima canzone di D. Modugno sul pesce spada… parla di una storia d’amore che potrebbe tranquillamente essere trasposta ai tonni nel momento delle loro migrazione genetiche.

(Link Video)

Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)
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Royal Chiurlottello - Castelbuono
Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)

Ovale con Pesce Spada

La Canzone precedente ci porta a questo disegno. Da qui in poi, esteticamente, inizia la seconda parte del nostro percorso: troverete lungo i colonnati di Villa Giulia 9 segni incorniciati da ovali in ferro. I disegni sono 9 ma sarebbero potuti essere anche 100. Abbiamo immaginato questi segni come degli antichi dipinti d’ispirazione asiatica incorniciati in questi ovali. Ascoltate la musiche e lasciatevi trasportare in questo viaggio tra Mediterraneo e Oceano.

(Link Video)

Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)
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Ovale con Airone
Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)

Ovale con Airone

Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)
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Ovale con Sirena della Kalsa - 2° parte
Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)

Ovale con Sirena della Kalsa - 2° parte

Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)
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Ovale con Megattera
Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)

Ovale con Megattera

Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)
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Fantasia di Minà Palumbo - Castelbuono
Via Lincoln, colonnato Villa Giulia (direzione Foro Italico)

Ovale con Cavalluccio Marino

SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia
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Ovale con donna che aspetta alla marina
SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia

Ovale con donna che aspetta alla marina

SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia
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Ovale con Squalo
SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia

Ovale con Squalo

SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia
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Ovale con Tartaruga Marina
SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia

Ovale con Tartaruga Marina

SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia
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Ovale con Pescatore al bagno
SS 113 Settentrionale Sicula, colonnato Villa Giulia

Ovale con Pescatore al bagno

Porticciolo Sant'Erasmo
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Nero di Seppia
Porticciolo Sant'Erasmo

Nero di Seppia

Un collage che accuma i disastri ambientali causati dagli sversamenti di petrolio in mare ed il nero rilasciato dalle seppie o da altri cefalopodi per difendersi dai predatori. Il petrolio in mare arreca danni gravi anche a numerosi uccelli e mammiferi marini. 

(Link Video)

Porticciolo Sant'Erasmo
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Ricci
Porticciolo Sant'Erasmo

Ricci

Spaghetti ai ricci di mare.
350 g spaghetti ruvidi
12 ricci di mare
2 limoni
prezzemolo
sale
olio extravergine di oliva Per la ricetta degli spaghetti ai ricci di mare, estraete la polpa dei ricci di mare, tenendoli in mano delicatamente; poi, con la punta delle forbici, penetrate nell’incavo che si trova al centro sulla parte superiore e tagliate tutto intorno rimuovendo la calotta. Sciacquateli in una ciotola di acqua salata scuotendoli a testa in giù per liberarli dai filamenti scuri, una volta puliti, con un cucchiaino staccate le parti color arancio aderenti al guscio.
Raccoglietele in una larga ciotola e mescolatele con 50 g di prezzemolo tritato fine, il succo di 2 limoni e 2 cucchiai di olio.
Cuocete gli spaghetti in acqua bollente salata. Stemperate il condimento dei ricci con 1/2 mestolo di acqua di cottura della pasta. Scolate gli spaghetti, uniteli nella ciotola con i ricci e mantecateli. Se risultano troppo asciutti, unite ancora un goccio di acqua. Serviteli con prezzemolo fresco e, a piacere, scorza grattugiata di limone.
Abbinamento vino: il sapore deciso dei ricci chiama un bianco di buona struttura. Oltre al loro gusto prelibato, i ricci di mare svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi marini. Servono come cibo per vari predatori, aiutano a controllare la crescita delle alghe e contribuiscono alla formazione del paesaggio marino attraverso il loro movimento. La Puglia e la Sicilia, sono note per la qualità dei loro ricci di mare. Qui, la raccolta dei ricci di mare è un’attività tradizionale, che si tramanda da generazioni e che rappresenta una fonte importante di reddito per le comunità costiere.
Tuttavia, la domanda in costante crescita ha portato a una pressione crescente sulle popolazioni di ricci di mare, con il rischio di sovrasfruttamento. È quindi fondamentale che l’industria dei ricci di mare si sviluppi in maniera sostenibile, con pratiche di raccolta responsabile e gestione attenta delle risorse marine. Inoltre, il mercato dei ricci di mare è influenzato da vari fattori, tra cui la stagionalità, le condizioni meteorologiche, le normative ambientali e la qualità dell’acqua.

Via Ponte di Mare 6, Palermo
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La Sirena della Kalsa - 3° parte finale
Via Ponte di Mare 6, Palermo

La Sirena della Kalsa - 3° parte finale

La sirena di Palermo – ultima parte da “Il libro degli errori” di Gianni Rodari
La piccola sirena adesso si chiamava Marina. Una sera la portarono a vedere il teatro dei pupi. Chi non l’ha visto non sa com’è bello. Sul palcoscenico del teatro i guerrieri, nelle armature splendenti, compiono imprese meravigliose, battendosi in duello con coraggio. Le principesse portano anche loro la corazza e la spada, e non sono meno ardimentose dei paladini. I loro nomi sono nobili e sonori: Orlando, Rinaldo, Carlomagno, Guidosanto, Angelica, Brandimarte, Biancofiore. Marina era incantata e felice. Quando poi fu l’ora di andare a letto, cominciò anch’essa a raccontare. Sapeva storie meravigliose, le aveva imparate quando viveva nel mare con le altre sirene. Per esempio, sapeva la storia di Ulisse e dei suoi viaggi, e di quella volta che passò con la sua nave accanto all’isola delle sirene. Chi udiva il canto delle sirene subito si gettava in mare per rimanere con loro. Ulisse voleva udire quel canto, ma non voleva dimenticare e perdere la strada di casa. E così l’astuto capitano riempì di cera le orecchie dei suoi marinai, perché badassero alla nave, ma nelle proprie orecchie non mise nulla: poi si fece legare all’albero maestro, per non provare la tentazione di gettarsi in mare. Le sirene gli cantarono le loro canzoni più belle ed egli pianse ascoltandole, pregò i suoi compagni di scioglierlo. Ma i suoi compagni avevano le orecchie tappate, non udivano e non capivano nulla. Da quella volta Marina non cessò mai di raccontare. Erano storie di tutti i popoli e di tutti i tempi; delle genti che l’una dopo l’altra avevano messo piede sulla terra siciliana o ne avevano corso il mare: Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani, Arabi, Normanni, Francesi, Spagnoli, Italiani… E storie di pesci, di mostri sepolti negli abissi marini, di navi affondate e spolpate lentamente dall’acqua. Intorno alla sua carrozzella, nel povero vicolo, c’era sempre un crocchio di bambini. Sedevano silenziosi sui gradini della casa del pescatore, si accoccolavano sul selciato, spalancavano i loro occhi di carbone e di diamante, e non erano mai stanchi di ascoltare. Ogni donna che passava si fermava un momento, e quando andava via si asciugava una lagrima. – Quella bambina è una sirena, – dicevano i vecchi pescatori. – Guardate come ha incantato tutti. E’ proprio una sirena. Più nessuno, ormai pensava a lei come a una povera bambina infelice perché non poteva camminare. La sua voce era chiara e squillante, e nei suoi occhi c’era sempre una luce di festa.

Via Ponte di Mare
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Il Carnevale delle donne medusa
Via Ponte di Mare

Il Carnevale delle donne medusa

La terza e ultima parte del nostro percorso è dedicata alle macchie di rugine. Qui troverete micro storie immaginarie come questo Carnevale delle donne meduse…

Via Ponte di Mare
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Varietà di mare
Via Ponte di Mare

Varietà di mare

In questo piccola macchia una grande varietà di flora e fauna marina: spugne, coralli di diverso tipo, paguri, conchiglie, granchi, gamberetti.

Via Ponte di Mare (altezza civico 133lato opposto)
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Pesca a Strascico
Via Ponte di Mare (altezza civico 133lato opposto)

Pesca a Strascico

La pesca a strascico è un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete può essere trainata da una o due barche. La pesca a strascico è fonte di notevole impatto sull’ambiente marino. Le reti a strascico infatti distruggono o asportano qualunque cosa incontrino sul fondale, come ad esempio pesci, invertebrati, coralli, alghe, posidonie. Di conseguenza, esse lasciano un ambiente devastato dove le comunità biotiche originarie si potranno reimpiantare solo dopo molto tempo. Questo è particolarmente grave nel caso di ecosistemi complessi e di fondamentale ruolo biologico come quello della prateria di Posidonia oceanica, che possono essere totalmente distrutti anche con una sola passata. Proprio per evitare questo in alcuni paesi, ad esempio in Italia, si è deciso di vietare la pesca a strascico sottocosta (entro le 3 miglia marine o al di sopra della batimetrica dei 50 metri), dove queste comunità complesse si sviluppano, ma ciò nonostante è frequente leggere sui quotidiani di pescherecci che strascicano impunemente nelle zone vietate facendo danni irreparabili e minando le loro stesse possibilità di pesca future. Un altro serio problema della pesca a strascico è la sua non selettività, lo strascico raccoglie tutto, specie commerciali e non commerciali, adulti e giovani.

Via Ponte di Mare
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Pescatore con canna da pesca
Via Ponte di Mare

Pescatore con canna da pesca

Tipico esemplare di pesca sportiva al molo della Cala.

Ponte di Mare
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L'Oreto che vorrei
Ponte di Mare

L'Oreto che vorrei

Dal Ponte si possono sempre vedere un gran numero di folaghe (uccelli marini). Mi piace immaginare questo tratte di fume pulito, con l’acqua che scorre limpida tra papiri e canneti.

Eco Museo Del Mame Memoria Viva - Locomotiva
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Gente di Mare
Eco Museo Del Mame Memoria Viva - Locomotiva

Gente di Mare

In queste due ultime macchie abbiamo voluto portare i ritratti di due pescatori. Due pescatori qualunque che potrebbero vivere in Sicilia, così come in Bretagna o in America perchè il mare non ha barriere nè confini e le storie dei pescatori sono le stesse in molte parti del mondo. Faccie bruciate dal sole, segnate dalla fatica, perchè stare in mare significa lavorare sotto la pioggia, al freddo e con condizioni meteorologiche avverse, a ritmi molto intensi. Una cosa è sicura, questi ritratti appartengono ad una generazione di pescatori che sta scomparendo e con loro le tradizioni legate alla pesca e la memoria del mare. “Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.”

E. Hemingway

Eco Museo Del Mame Memoria Viva - Locomotiva
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Gente di Mare
Eco Museo Del Mame Memoria Viva - Locomotiva

Gente di Mare

DIAMO I NUMERI SUL PERCORSO!

Di seguito alcuni dati che caratterizzano il percorso fatto ad Castelbuono.

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Disegni Principali
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Varianti dei partecipanti
0Km
Di percorso